Non si hanno date precise circa la prima costruzione e nemmeno quelle dei successivi rifacimenti. Di sicuro, però, Padre Leonetto Chiavona la vide nel 1570 e così scrisse: “Visitai la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, situata fuori e vicino al luogo di Garlate, che gli uomini per devozione hanno di recente ricostruito ed è molto bella; in altri tempi c’era un’immagine della Beata Vergine dipinta sopra una parete della vecchia chiesa assai miracolosa, che venne trasferita dinanzi all’altar maggiore.”
Attualmente, entrando si notano: sulla parete di sinistra, l’affresco più antico, dedicato alla Madonna; la Madonna dell’altare in stile bizantino, con il bambino vestito in abito di epoca posteriore; due statue in gesso policromo, a sinistra San Cosma con un libro in mano, a destra San Damiano con cassetta e strumenti medici; la balaustra in marmo rosso e nero.Ai lati dell’altare si aprono due sacrestie, ristrutturate nel 1987.
Le pareti della chiesa sono a finto marmo. La volta è affrescata. Le lesene sono a finto marmo con capitello in stucco. Al centro, sul pavimento, c’è una grande lapide tombale con una scritta in latino: Quod Satis Morituro Hoc Nimis Morto T. DC (Dio conceda quel che è necessario al mortale e che è di troppo per il morto). Si tratta di sepolture della famiglia De Capitani Testori, come indicato dalla sigla “T. DC”. All’esterno… a memoria d’uomo… correva l’anno 1832: tempo di colera. Che ci fosse qui un lazzaretto? Un cimitero? Ai primi del ‘900, si ricorda un portico sulla sinistra dove si mettevano a riparo varie attrezzature e… qualche famiglia che era stata sfrattata riparava qui sotto”. Nel 2013 è stato rinvenuto sulla parete sud un antico affresco di incerta datazione (1200-1400) raffigurante S. Antonio abate e un santo Vescovo.